Sei un bambino. E ti piace disegnare. A un certo punto succede qualcosa. Magari preferisci passare il tempo ai videogames, o con i Lego, o a dare calci a un pallone piuttosto che a fare due bracciate. Oppure semplicemente ti dimentichi di disegnare. Potrebbe anche non succedere proprio nulla, smetti e basta.
Arrivano le superiori e tu inizi a guardarti intorno, scopri artisti che ti piacciono. Non succede a tutti di appassionarsi alle arti visive, diciamo a alcuni. Non sai bene perchè, ma è un indizio. Può darsi che vedi nei loro lavori qualcosa che parla di te, o che ti ricorda qualcosa di te. Qualcosa che facevi, che era lì, come una parte di te. E sai qual è quella cosa.
E forse ricominci. Anzi, ricominci. E quando lo fai ti escono fuori cose che manco quando eri bambino ti sarebbe saltato fuori di disegnare, ma che nascondono uno spirito che si ricollega in qualche modo a quei giorni. Cose che si incastrano tra di loro, si alimentano tra forme e colori che solo quando mantieni una certa spontaneità o creatività puoi pensare di disegnare.
A me per esempio mi viene spontaneo raccontare di cose che mi piacciono, e solo alcune volte posso farlo.
Quando questo è possibile, mi piace farlo scrivendo di persone come Giacomo Bagnara e del suo lavoro.