Un mondo di glitter, fitness e vitalità, questa è lo stile di una shops designer che negli ultimi anni ha saputo realizzare importanti novità nel mondo della calzatura.
Lei è Susana Traça, una stilista proveniente dall’Angola, di adozione portoghese dai 14 anni in poi. Inizia la sua carriera come modella (vedeste quanto è bella) ma presto capisce di volere essere conosciuta nel mondo della moda sotto un altro aspetto, quello della designer. Un trasferimento a Milano e via si parte con una nuova avventura. I richiami etnici della sua terra d’origine, che si mescolano alla vita frenetica di città, all’ossessione per il corpo sano, per lo sport, prerogativa esclusiva delle popolazioni dove il consumismo è imperante, la portano a realizzare delle collezioni ultra chic con rimandi ad etnie africane. I sandali sono il suo pezzo forte, ricchi di frange, colori e stringhe si trasformano in pezzi più finalizzati alla vita nelle metropoli quando diventano sandali chiusi con suole alte, che siano di rafia o gomma ma subiscono un’ulteriore evoluzione quando, all’interno della suola, viene messo un air, come per le scarpe da fitness, per falcare le vie delle città così affollate e trafficate.
Non mancano sensuali decolletè dai tacchi micidiali, elegantissime soprattutto nella versione glitter.
Sempre affine all’arte, in occasione della Biennale di Venezia che si sta svolgendo proprio ora, la stilista supporta l’arte e il suo Paese di origine vestendo con le sue creazioni gli artisti che espongono le loro opere al Padiglione dell’Angola ma non solo. Per il party inaugurale dell’esposizione “On Ways Of Travelling” (realizzata sotto la guida del curatore António Ole), ha realizzato ad hoc due modelli, un polacchino glitter da uomo e un elegante e coloratissimo sandalo gioiello da donna, che hanno completato i look dei giovani artisti Artists António Ole (Luanda, 1951), Binelde Hyrcan (Luanda, 1983), Délio Jasse (Luanda, 1980), Francisco Vidal (Lisbon, 1978) e Nelo Teixeira (Luanda, 1975). La mostra, visibile dal 9 al 22 maggio, a Campo Santo Stefano, si propone di sostenere una nuova generazione di artisti che, seguendo le orme di António Ole, hanno così potuto partecipare alla Biennale consolidando in tal modo la loro fama a livello internazionale e promuovendo al contempo il Paese d’origine, l’Angola.