Cose da sapere: la Tate Modern di Londra diventa grande, anzi, più grande.
Mettiamo da parte per un momento il frullatore economico-culturale della Brexit e torniamo sulla penisola inglese: il celebre museo di Arte Moderna con sede a Londra ha inaugurato una manciata di giorni fa la Switch House, che corrisponde ad un ampliamento di circa il 60% rispetto all’edificio originario, l’ex stazione elettrica lungo il Tamigi, e si presenta sotto forma di una ‘torsione’ architettonica disegnata dallo studio di architetti Herzog&deMeuron, loro la firma originaria del primo restauro inaugurato nel 2000.
Cose da sapere per gli appassionati di architettura: il nuovo edificio è alto dieci piani, caratteristica primaria è la sua forma piramidale , è costato quasi 330 milioni di eurini, è stato firmato dai celebri Herzog & de Meuron – ma questo ve lo abbiamo già detto – , che ci lavorano dal 1995, e la struttura architettonica è stata pensata e realizzata per rimanere in linea con la linea industriale – e la costruzione in mattonino – che la caratterizzava originariamente.
Il discorso architettonico rotea attorno all’ultimo, più grande e probabilmente più invasivo, intervento: i The Tanks, le tre cisterne una volta adibite allo stoccaggio del carburante.
“Le cisterne – raccontano gli architetti – non soltanto sono le fondamenta fisiche del nuovo edificio, che si sviluppa e si erige all’esterno, ma anche il punto di partenza di un approccio intellettuale e curatoriale nuovo che affronta le esigenze di un museo di arte contemporanea all’inizio del XXI secolo. Il nostro intervento è stato il più possibile discreto e rispettoso: una mappatura meticolosa delle mura e del soffitto in calcestruzzo esistenti ha rivelato una condizione e dei danni tali da rendere necessaria una ristrutturazione molto accurata. La patina originale, con tutte le sue tinte, macchie e scolorimenti, è stata preservata e il nuovo calcestruzzo si miscela delicatamente all’insieme di questo mosaico”.
Cose da sapere invece per i più curiosi: i cinque nuovi livelli espositivi contengono oltre 800 opere, a firma di oltre 300 nomi, provenienti da oltre 50 paesi, con il 75% di opere provenienti dalla collezione permanente del museo, e un 50% delle mostre personali dedicate ad artiste donne.
Ma non vi diciamo chi c’é dentro perché se non ci siete stati la sola Tate merita un viaggio a Londra – dai che fra poco i voli costeranno meno – e se ci siete stati, tanto uguale, vi manca tutta la nuova struttura e tutte le belle cose nuove da vedere. Cominciate a prenotare un volo, su su.
Quello che possiamo dirvi ancora per farvi venire l’acquolina in bocca é che verrà dato – nel corso di tutto l’anno espositivo – molto ma molto più spazio a performance live e sound art, quindi quando ci andate date un occhio al calendario, grossi nomi dell’arte contemporanea passeranno da qui.
Le intenzioni, del team curatoriale, degli architetti e di tutte le personalità coinvolte, hanno puntato in alto, ma il risultato è arrivato ancora più in su. Bravi ma di quelli bravi davvero alla Tate.
NotaBene finale: alla Tate ci tengono talmente tanto alla cultura come educazione primaria che hanno inaugurato la nuova struttura un giorno in anticipo, ma solo per le scuole.