“Amante del paradosso – scriveva Luigi Einaudi – è colui il quale ricerca e scopre la verità esponendola in modo da irritare l’opinione comune, costringendola a riflettere e a vergognarsi di se stessa e della supina inconsapevole accettazione di errori volgari.
Il re del paradosso artistico è arrivato a Milano con una favolosa esposizione al Palazzo Reale di Milano, aperta al pubblico fino al 22 Gennaio 2017.
Stiamo parlando dell’olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972) e della sua arte grafica che racconta il mondo reale e il suo riflesso, nella quale ogni cosa combacia e nulla è disegnato per caso nemmeno in un punto, dove un complesso sistema di linee e di pieni e vuoti dà vita ai paradossi geometrici che lo hanno reso celebre al mondo e lo hanno fatto entrare nei moderni mondi della pubblicità, dei videoclip musicali, del cinema.
L’esposizione si sviluppa attraverso un ricco percorso di 200 opere, divise in 6 sezioni, che racconta la storia dell’incisore olandese passando per la sua cultura figurativa che affonda le radici nel Liberty, soffermandosi sul suo amore per Roma e per l’Italia e individuando nel viaggio a l’Alhambra e a Cordova la causa scatenante di un interesse per le forme geometriche.
Snodo centrale dell’esposizione è il momento della maturità artistica dell’artista in cui diviene potente la poetica del paradosso attraverso la quale Escher ha sconvolto dal suo interno l’intero sistema di rappresentazione dello spazio tridimensionale e nella quale le rappresentazioni degli oggetti impossibili sono le protagoniste, per citare le più famose: Mano con sfera riflettente (1935), Relatività (o Casa di scale) (1953), Metamorfosi (1939) e Belvedere (1958).
L’esposizione incarna realmente una formula perfetta che accontenta tutti: matematici, scienziati, specialisti, appassionati di fumetto, art director, creativi di ogni genere, ma anche bambini in gita scolastica e i pensionati del club del tressette, grazie alle opere di un incisore che ha creato alcune delle immagini più note del ‘900.