Primo curatore africano di Documenta e della 56. Esposizione Internazionale d’Arte “All the World’s Futures”, nonché consulente strategico per il primo padiglione del Ghana alla Biennale d’Arte di quest’anno a Venezia, che si svolgerà dall’10 maggio (inaugurazione al pubblico) al 24 novembre 2019.
In proposito vi anticipiamo che Bobos sarà presente nei giorni di anteprima previsti per i giorni 7, 8 e 9 maggio.
Okwui Enwezor si è spento a soli 55 anni.
Proprio un anno fa, per motivi di salute, Enwezor si era dimesso dal suo incarico come direttore della Haus der Kunst a Monaco di Baviera.
Da un’intervista alla rivista tedesca Der Spiegel, dello scorso agosto, eravamo a conoscenza della sua personale battaglia contro il cancro… conclusasi il 15 marzo.
Abbiamo perso un intellettuale geniale, un uomo di mondo la cui conoscenza enciclopedica abbracciava ben oltre l’arte. Un sensibile difensore dell’arte.
Gli sono grato per aver ampliato la nostra prospettiva.
Ha dichiarato il ministro della Cultura bavarese, Bernd Sibler.
Ebbene sì, il critico d’arte nigeriano ha contribuito a spingere oltre i confini geografici della storia dell’arte e del mondo dell’arte.
Enwezor in una breve bio
Nato a Calabar, in Nigeria, nel 1963.
Ha studiato scienze politiche negli Stati Uniti ed è entrato a far parte del mondo dell’arte contemporanea attraverso una rivista incentrata sull’arte africana, che ha fondato nel 1994.
Ha curato la Biennale di Johannesburg nel 1997, la Biennale di Siviglia nel 2006 e la Biennale di Gwangju nel 2008.
In un articolo del 2002 del New York Times, Glenn D. Lowry, direttore del Museum of Modern Art di New York l’ha descritto come “un uomo straordinariamente intelligente e perspicace che ha aperto gli occhi a molte persone“.
Ha guidato la Haus der Kunst di Monaco dal 2011 al 2018.
L’ultimo suo evento alla Haus der Kunst è stato inaugurato l’8 marzo di quest’anno, una retrospettiva dell’artista ghanese El Anatsui; artista che ritroveremo alla Biennale di Venezia di quest’anno, nel padiglione del Ghana intitolato “Ghana Freedom” come la canzone composta da E.T. Mensah alla vigilia dell’indipendenza della nuova nazione nel 1957, assieme a: Ibrahim Mahama, la fotografa Felicia Abban, la pittrice Lynette Yiadom-Boakye, John Akomfrah e una video scultura di Selasi Awusi Sosu.